Siamo quelli che vogliono l'acqua pubblica, quelli che credono che un bene universale fondamentale per la vita non debba essere affidato alle logiche del mercato e del profitto. Quelli che hanno raccolto quasi un milione e mezzo di firme per promuovere 3 referendum per la totale ripubblicizzazione dei servizi idrici. In Italia l’importanza della questione acqua ha raggiunto nel tempo una forte consapevolezza sociale e una capillare diffusione territoriale, aggregando culture ed esperienze differenti e facendo divenire la battaglia per l’acqua il paradigma di un altro modello di società. I referendum per l'acqua pubblica sono infatti proposti dal Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua e dalla più vasta coalizione sociale mai messa insieme in questo paese. Da diversi anni sono attive nei territori decine di vertenze aperte da cittadini, lavoratori ed anche Amministratori Locali che sono portatrici di un’esigenza comune e condivisa, cioè la necessità di una svolta radicale rispetto alle politiche che hanno fatto dell’acqua una merce e del mercato il punto di riferimento per la sua gestione, provocando dappertutto degrado e spreco della risorsa, precarizzazione del lavoro, peggioramento della qualità del servizio, aumento delle tariffe, riduzione degli investimenti, diseconomicità della gestione, espropriazione dei saperi collettivi, mancanza di trasparenza e di democrazia. Queste diverse realtà sociali hanno deciso di ritrovarsi per rendere più incisive le reciproche lotte in difesa dell’acqua come bene comune. E’ apparso a tutti chiaro come fosse decisivo far diventare l’acqua una vertenza nazionale, comunemente condivisa e costruita in forma partecipata. Contemporaneamente in Italia il processo di privatizzazione ha subito un'accelerazione con all'approvazione nel novembre 2009 del decreto Ronchi il quale sancisce la totale e definitiva privatizzazione dell'acqua potabile. Il 20 marzo 2010 duecentomila persone sono scese in piazza a Roma per la seconda manifestazione nazionale proprio perchè ritengono che questo sia un epilogo da scongiurare, per un concetto inviolabile che annovera l’acqua come un diritto universale e non come merce, perché espropria l’acqua potabile dal controllo degli Enti locali e dei cittadini, perché consegna al mercato l’acqua con tutte le ripercussioni sociali che questo può generare. Nei primi mesi del 2010, a partire dal Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua, si è andata costituendo una vasta coalizione sociale (il costituendo Comitato Promotore) con il fine di promuovere tre referendum abrogativi di tutte le norme che hanno privatizzato l'acqua in Italia: il 1° quesito richiede l'abrogazione dell'art. 23 bis Legge 133/08 e sue successive modifiche introdotte con l'Art. 15 del D.L. 135/2009; il 2° quesito richiede l'abrogazione dell'art. 150 del Decreto Ambientale 152/06; il 3° quesito richiede l'abrogazione della parte dell'art. 154 del Decreto Ambientale 152/06 relativa alla remunerazione del capitale investito. In tre mesi tra il 22 aprile e il 19 luglio sono state raccolte 1.402.035 firme a sostegno dei tre quesiti. Un risultato assolutamente straordinario che fa di questa campagna referendaria quella che ha raccolto il maggior numero di firme nella storia del nostro Paese. Nel 2011, i cittadini saranno chiamati a votare sì per i tre referendum. Se vinceremo non sarà più possibile né la gestione dell'acqua da parte di privati né la possibilità di trarne profitti. Perché l'acqua è un diritto di tutti e come tale deve essere considerata. Perché si scrive acqua, si legge democrazia.
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